Decreto Riaperture, il ritorno dell’Emilia Romagna in zona gialla, il Piano nazionale di ripresa e resilienza sono passi in avanti verso la normalità. Ma non mancano le incognite che possono bloccare in qualsiasi momento questo percorso. Tutto ciò è evidenziato dal nuovo report del Centro studi di Confartigianato Emilia Romagna.
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Quali i fattori per la ripresa dell’economia in Emilia-Romagna
La ripresa, è ormai opinione condivisa, sarà condizionata dall’andamento del piano vaccinale. Accelerare il passo è un primo elemento indispensabile per far fronte alle conseguenze negative derivanti dallo shock pandemico. Non va tuttavia dimenticato che la ripartenza sarà condizionata anche da “endemici” prima dell’avvento della pandemia. Tra questi la scarsa digitalizzazione della P.A. In Emilia-Romagna il 54,4% dei comuni non offre almeno un servizio per i cittadini interamente in modalità online. I ritardi dei pagamenti della P.A., con il 60,7% dei comuni che pagano le fatture oltre il limite di legge dei 30 giorni. A questi due dati emiliano-romagnoli si aggiunge l’eccessiva burocrazia fiscale misurabile a livello nazionale e che vede l’Italia occupare il 128° posto nel mondo e l’ultimo in Europa per complessità e tempi necessari alle imprese per pagare le imposte; e la durata insostenibile dei procedimenti civili.
Le parole del presidente di Confartigianato Emilia-Romagna Davide Servadei
“Esattamente un anno fa ci raccontavamo e si polemizzava sulle stesse cose, tra chi era per aprire e chi per mantenere una certa gradualità – afferma Davide Servadei, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna -. Poi abbiamo visto com’è finita. Dall’autunno scorso siamo ricaduti in una nuova ondata di pandemia peggiore della prima. La prima cosa è evitare che possa succedere anche questa volta. Certo c’è un fatto nuovo, importante: le vaccinazioni. Ma non sappiamo ancora molto su questo vaccino, sulla durata della copertura, sulla sua capacità di creare quell’immunità di gregge necessaria per mettere in sicurezza sanitaria il Paese. Allora serve ancora molta attenzione, seierve gradualità. Ci auguriamo comunque che il piano vaccinazioni possa procedere spedito e che si arrivi quanto prima a vaccinare la gran parte degli italiani”.
I fattori endemici che rallentano la ripresa
“Noi in questi mesi abbiamo colto con piacere il bando della Regione Emilia Romagna sulla digitalizzazione e anche nel documento condiviso con la Cna, contenente le nostre proposte per il Recovery Fund, abbiamo insistito molto su questo aspetto. Il problema della scarsa digitalizzazione delle imprese e della Pubblica amministrazione sta creando dei ritardi che si ripercuotono sulla competitività del Sistema Italia. A questo elemento aggiungiamo i ritardi dei pagamenti delle P.A. che stanno creando grossi problemi di liquidità alle imprese, già provate dal crollo del fatturato dovuto dalla pandemia, e l’eccessiva e complessa burocrazia fiscale che pone l’Italia all’ultimo posto in Europa. Tutti elementi che dovranno essere affrontati nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza per evitare di fare fallire quello che deve diventare veramente un volano di cambiamento, sviluppo e ammodernamento profondo dell’economia italiana”, conclude Servadei.