Confartigianato Imprese ha pubblicato una previsione economica per l’anno 2023.
Possiamo ormai considerare il 2022 come un anno contrastato per tutti i settori economici.
Se da una parte vi è una crisi energetica drammatica, soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, dall’altra assistiamo ad una crescita dell’Italia che è stata superiore a quella di Cina, Stati Uniti, Giappone, Francia e Germania, grazie alla sostenuta dinamica degli investimenti.
Tra gli elementi positivi vi è la manifattura che mantiene una robusta domanda di lavoro, con gli occupati che nel terzo trimestre del 2022 salgono dell’1,2% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente. Tra le principali regioni manifatturiere, la locomotiva è il Veneto con un aumento del 3,8%, seguito dalla Lombardia con un +1,8% mentre è stabile l’Emilia-Romagna.
Tuttavia persiste una elevata difficoltà di reperimento della manodopera. Unioncamere e Anpal, a gennaio 2023, hanno rilevato il 55,8% delle assunzioni previste di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine.
Rimangono però numerosi i fattori di incertezza che pesano sulle decisioni delle imprese: l’evoluzione del conflitto in Ucraina, le tendenze dei salari e la velocità di rientro dell’inflazione, una recrudescenza dei contagi su scala mondiale e i ritardi di attuazione del Pnrr, per il quale nel 2023 vanno raggiunti 96 obiettivi.
A questi si aggiunge il rischio della stagflazione indotta da una politica deflazionistica che riduce eccessivamente la domanda. Infatti, secondo le ultime valutazioni del Fondo monetario internazionale, metà dell’Unione europea sarà in recessione. L’Italia, insieme con l’Eurozona, è già entrata in recessione tecnica. Due i cali consecutivi del Pil, nel terzo trimestre del 2022 e nel primo del 2023.
Per saperne di più sulla previsione economica 2023 leggi la news con tutti i dati sul sito di Confartigianato nazionale.