Perso dalle micro e piccole imprese quasi il 50% del fatturato nel bimestre aprile-maggio. Il 22,5% delle Mpi si è attivato per azioni di solidarietà sul territorio.
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È stato pubblicato un sondaggio svolto dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna per fotografare la situazione delle micro e piccole imprese del territorio regionale. Dalla ricerca, compiuta su un campione di oltre 1.000 imprese nel periodo dal 5 all’15 giugno, si conferma la tendenza negativa del fatturato delle Mpi, che anche nel bimestre aprile-maggio segnalano perdite del 46,7% (con un picco del 55,4% per le attività legate al settore del turismo).
Dal sondaggio emerge, inoltre, una chiara difficoltà, per gli imprenditori, a valutare l’andamento futuro del mercato. Oltre il 50% dichiara incertezza mentre per il restante 46,4% i tempi di ripresa, con un recupero del livello del fatturato ai livelli pre-emergenza, si allungano fino al 2021, con una media di 12 mesi.
“I dati confermano che siamo in un periodo di recessione – commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna nonché vice presidente vicario nazionale di Confartigianato Imprese -, e questo ci preoccupa, soprattutto nell’ottica della ripresa, che gli imprenditori vedono lontana. Noi confidiamo in quello che è sempre stato uno dei nostri valori fondanti: guardare alle tradizioni con la mente rivolta all’innovazione e al futuro. Il nostro territorio è fatto di persone che non si sono mai arrese e siamo certi che non lo faranno neppure in questo momento di difficoltà e incertezza. Vogliamo vedere il lato positivo – prosegue Granelli -: molte aziende in questi mesi hanno attivato nuove forme di lavoro, incrementando l’uso della tecnologia e del web. Questo è lo spirito giusto. Uno spirito che vogliamo affiancato da un’azione finalmente efficace del governo regionale e nazionale: gli imprenditori meritano fiducia e rispetto, il tempo del tira-e-molla è giunto al termine”.
Il 22,5% delle imprese contattate a campione, infine, hanno contribuito durante l’emergenza con azioni di solidarietà alla comunità di appartenenza. La maggioranza di queste, il 43,6%, ha donato dispositivi di protezione (25,7%) o prodotti e servizi dell’impresa (17,9%) mentre il 31,7% ha partecipato a iniziative di sostegno delle fasce più deboli della popolazione.
“Questo dato ci rende particolarmente orgogliosi – conclude il presidente Marco Granelli -. e dà la dimostrazione nei fatti di quanto sia importante l’imprenditore per il suo territorio. Questo segnale di solidarietà rende evidente la gratitudine delle donne e degli uomini che ogni giorno lavorano nelle comunità e per le comunità, creando ricchezza e occupazione. Questa capacità di pensare al proprio territorio come a una grande famiglia, è ciò che fa dei nostri associati persone a cui guardare con rispetto e ammirazione”.