Il Centro studi di Confartigianato Emilia Romagna, in collaborazione con l’Ufficio studi nazionale, ha elaborato l’analisi “Imprenditrici, imprese e disparità di genere in Emilia-Romagna”. La ricerca presenta una serie di dati sull’imprenditoria femminile in Emilia Romagna, prendendo in considerazione un ventaglio di elementi che vanno dalla disparità di genere sul fronte istruzione-formazione alle competenze digitali e Stem (Science, technology, engineering and mathematics) dall’occupazione fino al numero delle imprese capitanate da donne.
La dinamica delle imprese femminili
Il numero di imprese gestite da imprenditrici registra, a fine 2022, una dinamica tendenziale pari al -0,7% rispetto all’anno precedente, con 667 imprese in meno; e pari al -0,2% rispetto all’anno pre- crisi Covid (2019), con 193 unità in meno. Per le sole realtà artigiane guidate da donne si osserva una variazione tendenziale pari al -0,2% rispetto al 2021, con 37 unità in meno; e pari a +0,5% rispetto al 2019, con 99 imprese in più.
A livello provinciale le imprese totali femminili registrate nel 2022, rispetto al 2021, presentano dinamiche più sostenute a Rimini (+1,0%) e Reggio Emilia (+0,6%) e, al contrario, contrazioni più accentuate per Ferrara (-3,8%), Parma (-2,8%) e Forlì-Cesena (-1,1%). Rispetto all’anno pre- Covid-19 dinamiche di crescita più robuste si osservano per Rimini (+2,7%) e Reggio Emilia (+2,4%); mentre all’opposto marcate riduzioni si rilevano per Ferrara (-4,1%), Parma (-2,4%) e Forlì-Cesena (-1,3%).
Per l’artigianato femminile nel 2022, rispetto al 2021, si osservano dinamiche di crescita più sostenute per Rimini (+4,4%) e Ravenna (+0,7%) e, al contrario, contrazioni più accentuate per Parma(-1,7%) e Modena e Ferrara (-1,4%). Rispetto all’anno pre-Covid-19 dinamiche di crescita più robuste si osservano per Rimini (+7,9%) e Bologna (+1,9%); mentre all’opposto marcate riduzioni si rilevano per Modena e Parma (-1,4%) e Forlì-Cesena (-1,3%).