Credito e Mercato del lavoro sono al centro dell’ultimo focus del Centro studi di Confartigianato Emilia Romagna.
Scarica la Nota credito Emilia Romagna micro piccole imprese maggio 2022
Scarica la Nota mercato del lavoro Emilia romagna maggio 2022
Il credito in Emilia-Romagna al tempo della Guerra in Ucraina
Dall’aggiornamento di inizio 2022 risulta che per il 35,2% delle imprese associate nel 2021 è aumentato il fabbisogno di credito rispetto all’anno precedente. In Emilia-Romagna si è rilevata una crescita fino al massimo di +6,9% nel marzo 2021. Tendeza seguita da un rallentamento che riporta i prestiti alle piccole imprese, a dicembre 2021, in territorio negativo con un calo del -0,4%. Il dato è in linea con il -0,3% del totale imprese della regione, performance peggiore rispetto al +1,1% rilevato per le piccole imprese in Italia.
“Le imprese emiliano-romagnole con almeno 3 addetti ritengono la richiesta di prestiti assistiti da garanzia pubblica uno strumento importante per finanziare l’attività corrente dell’impresa, coprire i costi fissi non comprimibili, aumentare le scorte di liquidità a scopo precauzionale, ripagare debiti in essere o la componente di servizio del debito e finanziare la riconversione dell’attività – afferma Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia Romagna -. Durante l’emergenza da Covid-19 da giugno a novembre 2021 quasi metà delle imprese ha avuto bisogno di ricorrere a strumenti finanziari per soddisfare il proprio fabbisogno di risorse. Nel contesto attuale preoccupa non solo il ritorno in ambito negativo della dinamica del credito, ma anche il timore di un incremento dei tassi di interesse. In particolare per le Mpi che in Emilia-Romagna a giugno 2021 pagano un tasso di interesse annuo effettivo (Tae), che è più del doppio di quello delle aziende medio-grandi”.
La situazione del mercato del lavoro in regione
Il prolungamento della guerra in Ucraina e la crisi energetica potrebbero interrompere il percorso di recupero dalla recessione causata dalla pandemia. Sulla base dei dati mensili, a febbraio 2022, si vedeva l’occupazione totale registrare un quasi completo recupero (-0,4%) rispetto a febbraio 2020. Nei primi quindici giorni di marzo 2022 sono in netto aumento le attese sulla disoccupazione da parte dei consumatori. Tra le imprese, si osserva un diffuso peggioramento delle attese sull’occupazione.
Per aprile 2022 le entrate previste dalle imprese emiliano-romagnole rispetto allo stesso periodo 2021 segnano un rallentamento per il manifatturiero (-6,1%) e per le costruzioni (-8,6%), mentre salgono nei servizi (+43,1%), trainate dalla forte crescita dei servizi legati al turismo.
Nello stesso tempo permane la difficoltà a trovare profili professionali di cui necessitano le imprese. Ad aprile 2022 nella nostra regione sono difficili da reperire più di 4 lavoratori su 10 (43,0%), pari a 14.934 entrate delle 34.730 totali previste, con un aumento di 12,8 punti su aprile 2019, mese pre-crisi.
“Il recupero dell’occupazione tra fine 2021 e inizio 2022 era un segnale di grande speranza per la nostra economia. Ma il prolungamento della crisi in Ucraina e conseguente amplificazione della crisi energetica rappresentano una sorta di gelata sulle aspettative di crescita economica. E, purtroppo, fa crescere il numero di vittime, anche tra i civili innocenti – sottolinea Servadei -. Tutti elementi che ci fanno capire come sia necessario che emerga la volontà di porre fine al conflitto. Il mondo della micro e piccola impresa sta pagando prezzi elevati a causa della scarsità di materie prime e degli aumenti delle stesse e dell’energia”.
“A ciò si aggiunge la difficoltà di trovare le professionalità necessarie. Formazione e politiche attive del mercato del lavoro devono essere ai primi posti dell’agenda del lavoro a qualsiasi livello istituzionale ed economico”, conclude Servadei.