Nel primo trimestre del 2023 si conclama la recessione tecnica in Eurozona. Su questa agisce la pesante flessione dell’economia della Germania, il cui Pil nel primo quarto del 2023 segna il secondo arretramento consecutivo, pari al -0,3% dopo il -0,5% del quarto trimestre 2022.
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L’inflazione in Germania e l’impatto sull’economia italiana
L’inflazione in Germania a giugno 2023 è al 6,8%, in linea con il 6,7% dell’Italia ma superiore al 5,5% della media Eurozona. Le misure varate dal Governo tedesco sono di carattere restrittivo, riducendo in maniera importante la spesa pubblica.
L’obiettivo è quello di frenare l’inflazione e di garantire il margine di manovra di bilancio del governo federale.
Ma tutto ciò impatta sul made in Italy, per il quale la Germania è il primo mercato, con esportazioni che negli ultimi dodici mesi, ad aprile 2023, sono pari a 77.537 milioni di euro, e la frenata dell’economia tedesca sta riducendo la domanda di prodotti importati, tra cui quelli italiani.
Davide Servadei, “In un contesto come quello odierno sono le istituzioni a dovere mettere in campo iniziative capaci di affrontare le problematiche che abbiamo di fronte”
“Questi dati sono l’ennesimo conferma della fragilità e della volatilità delle economie europee in questa fase storica e di come l’interdipendenza sia ormai un dato acquisito con il quale sempre di più occorre fare i conti. Inutile ricordare gli eventi di questi ultimi tre anni, meglio concentrarci sulle iniziative e sulle misure che occorre mettere in campo per fronteggiare una situazione che mette a rischio l’intera economia europea. Ognuno deve fare la sua parte. L’artigianato e le Pmi in questi anni hanno subito un profondo cambiamento, hanno colto la sfida dell’innovazione e della digitalizzazione e ora guardano in avanti anche verso nuovi settori come quello della transizione green. Ma in un contesto come quello odierno sono le istituzioni, a cominciare da quelle europee, a dovere mettere in campo iniziative capaci di affrontare le problematiche che abbiamo di fronte, evitando dinamiche che possano ulteriormente deprimere l’economia, mettendo piuttosto in atto azioni capaci di cogliere la dinamicità dimostrata dalle aziende”.
L’export emiliano-romagnolo
Secondo le previsioni dello scorso maggio della Commissione europea, nel 2023 le importazioni tedesche di beni e servizi sono previste in salita di un limitato +0,6% a fonte del +3,1% dell’Eurozona. Ciò rappresenta un alert per la nostra regione e le sue imprese poiché la Germania rappresenta il primo mercato di sbocco del made in Emilia-Romagna.
Le province più esposte sono Reggio Emilia, dove le esportazioni in Germania valgono l’11,2% del valore aggiunto provinciale – settima provincia con esposizione più elevata in Italia – Piacenza (9,8%) e Modena (9,3%).
I prodotti emiliano-romagnoli maggiormente esportati verso il mercato tedesco sono: macchinari e impianti (20,6% del totale esportazioni manifatturiere verso la Germania), mezzi di trasporto (12,8%), alimentare e bevande (12,6%) e prodotti della moda (12,2%).
Considerato l’aumento dei prezzi all’esportazione, spinto dal caro commodity e dalla crisi energetica, l’Emilia-Romagna non fa ancora rilevare dinamiche negative sull’export al I trimestre 2023. Si osservano tuttavia i primi cedimenti con dinamiche precedute da segno meno in 4 territori su 9: Modena (-1,6%), Rimini (-4,5%), Ferrara (-8,7%) e Ravenna (-13%).