Confartigianato Emilia-Romagna ribadisce la propria contrarietà allo sconto sulle fatture per gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus, introdotto dal recente Decreto Crescita nell’articolo 10, e che ha già ricevuto opinione contraria dell’Autorità Garante dell’Antitrust. Grazie a questa misura, i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici possono richiedere uno sconto immediato sulle fatture delle imprese che hanno realizzato i lavori, cedendo loro la prevista detrazione fiscale, che va dal 50% all’85%. Ciò comporta un evidente risparmio per il cittadino che effettua i lavori (che altrimenti avrebbe ricevuto il rimborso in 10 anni nella propria dichiarazione dei redditi) provocando però una perniciosa ricaduta sulle imprese, che possono farsi rimborsare dallo Stato il corrispondente credito d’imposta esclusivamente in compensazione, nei cinque anni successivi. Vengono perciò penalizzate, di fatto escludendole da un mercato che proprio grazie a ecobonus e sismabonus aveva registrato una ripresa, quelle realtà, piccole e medie imprese del “Sistema casa” (edili, impiantisti, serramentisti, etc.), che non dispongono della capacità finanziaria per anticipare lo sconto al cliente e non sono in grado di sopportare l’onerosità dell’operazione di cessione del credito.
In Emilia-Romagna le imprese potenzialmente coinvolte sono 65.212, di cui 47.770 sono artigiane. Le province con il maggior impatto sono Bologna, con 12.526 imprese di cui 9.077 artigiane, Modena, con 10.546 imprese di cui 7.224 artigiane, e Reggio Emilia, con 10.484 imprese di cui 7.973 artigiane.
“Questa norma idealmente favorisce l’utente finale delle riqualificazioni edilizie, che grazie ai bonus hanno ridato ossigeno a un comparto che dal 2008 non ha ancora recuperato il pieno regime, ma al contempo rischia di dare il colpo di grazia alle numerose piccole e medie imprese del cosiddetto ‘Sistema Casa’ – commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna -. Confartigianato che fin dalle prime battute del Decreto Crescita si era attivata per mantenere la libera concorrenza nel mercato dei servizi di riqualificazione energetica, oggi si trova al fianco dell’Antitrust per ribadire, con forza, che lo sconto in fattura si muove all’opposto di quanto dovrebbe essere lo spirito della legge. Se il Parlamento non dovesse agire per una revisione della norma potremmo addirittura parlare, per il comparto edilizio, di un Decreto Decrescita, a discapito dei tantissimi artigiani che animano i territori e le comunità”.