Unioncamere Emilia-Romagna ha pubblicato i dati congiunturali per l’artigianato del terzo trimestre 2022. La produzione dell’industria artigiana è cresciuta del 2,7%, mentre il volume d’affari delle imprese artigiane delle costruzioni è salito del 5,7%. Dallo studio del Registro delle imprese si evidenzia un calo nell’industria (-2,5 per cento), mentre nelle costruzioni il dato è quasi invariato (+0,01 per cento).
Questi sono i dati, in estrema sintesi, del periodo, caratterizzato dal forte clima di incertezza a livello geopolitico e dalla ripresa dell’inflazione. Ostacoli questi che le imprese artigiane si trovano a dover fronteggiare sempre più e che gravano sulle prospettive di proseguimento della fase di recupero avviata.
I dati congiunturali dell’artigianato nell’industria
Nel periodo considerato, le imprese artigiane della manifattura in Emilia-Romagna hanno aumentato ulteriormente la produzione rispetto al corrispondente trimestre del 2021. Ciò nonostante un sensibile calo del ritmo di crescita (+2,7 per cento). Il risultato trimestrale positivo ha permesso alla tendenza favorevole di proseguire. Si evidenzia però l’indebolimento del ritmo di crescita rispetto a quello più rapido del complesso dell’industria regionale nello stesso trimestre (+4,7 per cento).
Con il sostegno delle tensioni sui prezzi, l’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti ha avuto un recupero superiore (+4,3 per cento) a quello della produzione trainato dal mercato interno. La dinamica del fatturato estero (+3,0 per cento) è risultata inferiore.
Il ritmo del processo di acquisizione degli ordini complessivi ha rallentato decisamente, ma è rimasto comunque positivo (+2,2 per cento). La crescita degli ordinativi ha avuto una dinamica analoga sia sul mercato interno, sia sul complesso di quelli esteri che ha leggermente accelerato (+2,3 per cento),
Nel trimestre in esame sono giunti anche altri due segnali positivi. Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafoglio ordini sono risultate 8,3.
Ancora, il grado di utilizzo degli impianti delle imprese artigiane si è solo lievemente ridotto scendendo dal 74,4 al 72,9 per cento.
I dati congiunturali del comparto edile
Tra luglio e settembre si è nuovamente confermata la tendenza positiva dell’artigianato emiliano-romagnolo delle costruzioni. Ciò a dispetto un contenuto rallentamento della crescita che caratterizza il settore ormai da 18 mesi.
Il volume d’affari a prezzi correnti ha fatto registrare un incremento del 5,7% per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, un risultato importante ancora più se si considera che è venuto dopo una serie di aumenti sensibili.
Tale risultato supera quello dello stesso periodo del 2018 del 10,2 per cento. Ancora una volta, la ripresa per le imprese artigiane del settore è stata superiore alla crescita del 5,2 per cento registrata dal volume d’affari a prezzi correnti del complesso dell’industria delle costruzioni regionale.
I dati che emergono dal Registro delle imprese
Prima le misure adottate a salvaguardia delle imprese a seguito della pandemia e poi l’avvio della ripresa ancora in corso hanno contenuto per un po’ l’emorragia delle imprese artigiane dell’industria in senso stretto che è ripresa al ritmo precedente. A fine settembre 2022 le imprese attive ammontavano a 26.093. Un dato in flessione del 2,5% rispetto alla fine dello stesso mese del 2021, con un calo pari a 656 imprese.
I sostegni al settore edile hanno prima riavviato e poi sostenuto una ripresa della demografia delle imprese artigiane delle costruzioni, ma la tendenza positiva è andata esaurendosi con la scorsa estate. Quindi a fine settembre la consistenza delle imprese attive artigiane, era pari a 51.107 unità. (+0,01 per cento).
L’andamento è risultato migliore di quello della base imprenditoriale dell’artigianato delle costruzioni dell’intero territorio nazionale che ha subito una flessione dello 0,6 per cento, ma decisamente meno dinamico di quello del complesso delle imprese dell’industria delle costruzioni regionale (+0,8 per cento).
Con minime variazioni, le imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati, un settore favorito dalle misure di sostegno statali, con una lievissima tendenza positiva (+33 unità, +0,1 per cento), mentre da quelle attive nella costruzione di edifici è venuto un contributo negativo (-271 unità, -0,4 per cento).
Davide Servadei, “Questo è il momento di riconoscere al nostro mondo ciò che gli spetta”
“Prima la pandemia, poi la crisi delle materie prime e la crescita esponenziale dei prezzi delle commodities energetiche non hanno di certo fatto tirare i remi in barca ai nostri imprenditori, che, anzi, hanno dimostrato una resilienza e una capacità di reazione incredibili. Questo è il momento di riconoscere al nostro mondo ciò che gli spetta; ci auguriamo quindi da parte del Governo nazionale, ma anche da quello regionale, uno sforzo altrettanto forte, a cominciare dall’utilizzo delle risorse del Pnrr, per avviare un nuovo corso di politiche economiche a misura di artigiani e piccole e micro imprese. Le nostre aziende sono quelle che mantengono vivo il Made in Italy. Se da una parte la nostra azione guarda al nuovo Governo nazionale, dall’altra ci rivolgiamo alla nostra Regione, l’Emilia Romagna, perché crediamo che un cambio di passo nei confronti del mondo della micro, piccola e media impresa debba partire proprio da quei territori la cui crescita dipende in maniera consistente dalle Mpmi. Ci auguriamo che alcune misure, come è stata quella sulla digitalizzazione dedicata espressamente al mondo artigiano, possano diventare regola, così come, più in generale, chiediamo una parità di trattamento rispetto alle grandi imprese”.
Amilcare Renzi, “I dati allineano l’Emilia-Romagna all’area Euro”
“Apriamo questo 2023 con una nota di speranza. Certo non parliamo di numeri esaltanti, ma il dato allinea l’Emilia-Romagna all’area Euro, allontanando i venti di recessione che sembravano prossimi a investire l’Italia. Un segnale di speranza che ci spinge a proseguire nella strada avviata nell’anno appena concluso. Il lavoro deve essere il tema centrale dell’azione di governo. Con politiche attive che creino condizioni positive di incontro tra domanda e offerta. Con politiche dell’immigrazione che tengano conto delle esigenze occupazionali italiane. Sul contenimento dei costi energetici, apprezziamo l’impegno finanziario, sia del precedente Governo sia dell’attuale, ma gli incentivi devono essere accompagnati da interventi per rendere il nostro Paese meno dipendente dai fornitori internazionali: rigassificatori, parchi eolici, estrazioni, ma anche incentivi allo sviluppo del fotovoltaico, ad esempio con le comunità energetiche”.