Una tensione sui costi delle materie prime, in particolare del metallo, ha portato a un incremento del +37% a fine 2020, con il rischio di maggiori costi di 3,2 miliardi di euro per le 69 mila Mpi del settore.
I fattori di questa maggiore spinta sui prezzi sono legati, secondo la ricerca condotta dal Centro studi di Confartigianato Imprese, ai vaccini, alle elezioni Usa e il nuovo piano infrastrutturale, le attese della ripresa, le forti immissioni di liquidità dalle banche centrali e bassi tassi di interesse. Vi è poi un “caso rame”, con un boom nelle importazioni da parte della Cina.
Il problema dei costi delle materie prime
Clicca qui per leggere la ricerca del Centro studi di Confartigianato Imprese