Uno degli effetti negativi che si sovrappone ai mancati ricavi durante il lockdown è rappresentato dall’ampliamento dell’abusivismo nel settore del benessere, fenomeno diffuso sul territorio come segnalato nelle scorse settimane da Confartigianato. Le imprese di acconciatura e dei centri estetici devono quindi poter riaprire al più presto, nel rispetto delle condizioni di sicurezza delineate nel documento approvato nei giorni scorsi dal Direttivo di Confartigianato Benessere, in cui sono delineati i criteri di sicurezza per la riapertura delle attività.
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Il mix di lockdown e concorrenza sleale sta generando ampie perdite per il settore dell’acconciatura ed estetica dove in Emilia-Romagna operano 12 mila imprese, di cui l’88,9% artigiane, che danno lavoro a 23 mila addetti. La prolungata chiusura di parrucchieri e istituti estetici sta determinando forti perdite di fatturato delle imprese regolari. Inoltre nel settore si sommano, come evidenziato in precedenza, gli effetti della concorrenza sleale del sommerso. Le ultime stime disponibili nell’edizione di marzo 2020 dei conti nazionali dell’Istat (2020c) indicano che nel settore dei servizi alla persona e attività artistiche e di intrattenimento, nel quale sono ricompresi gli acconciatori e istituti di estetica, vi è una elevata incidenza del sommerso, con un tasso di irregolarità del lavoro, misurato in unità a tempo pieno, pari al 26,3% (riferita all’anno 2017); tale quota è di oltre dieci punti percentuale superiore al 15,5% rilevato per la media delle attività economiche. L’intensità del fenomeno è in accentuazione, con il tasso di irregolarità riferito ai servizi alla persona che è salito di 0,7 punti negli ultimi due anni rilevati (tra 2015 e 2017).
Nell’ipotesi di una espansione del sommerso in questo comparto che, nel corso del lockdown, portasse gli abusivi ad erodere quote del mercato regolare, si determinerebbe un ulteriore spiazzamento delle prestazioni delle imprese regolari che, anche nel mese di riapertura, registrerebbero una riduzione del fatturato potenziale.
Sulla base di queste valutazioni in Emilia-Romagna per il settore acconciatura ed estetica si stima una perdita economica nell’arco dei tre mesi di marzo, aprile e maggio pari a 87,8 milioni di euro, l’8,1% della perdita nazionale (1.078,5 milioni di euro), con potenziali pesanti ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi, infatti, mettono a rischio il lavoro di 3.400 addetti del settore.