Sul 2023 incombono le ombre della stagflazione, un fenomeno in cui coesiste stagnazione economica e alta inflazione.

I dati, elaborati dal Centro studi di Confartigianato, registrano un indebolimento nella crescita delle economie avanzate. L’Italia è in linea con la Francia mentre si evidenzia un ristagno per la Germania. Le ultime previsioni di crescita per il nostro Paese si stabilizzano attorno a +0,5% per quest’anno.

Gli investimenti in Italia evidenziano una frenata. I più recenti indicatori sono però positivi, con un calo del PIL meno severo del previsto nel IV trimestre 2022, rendendo per ora meno probabile uno scenario di recessione.

I trend per il 2023, crisi energetica e stretta monetaria

Sul versante dell’energia, il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica (PUN) è in calo dopo i picchi estivi, ma rimane 3,8 volte rispetto i livelli pre-crisi. Inoltre concorre all’aumento della bolletta energetica che ammonta a 104 miliardi di euro, toccando il nuovo massimo storico del 5,7% PIL.

A dicembre 2022 l’Italia è al primo posto, nell’Unione europea, per crescita dei prezzi dell’energia elettrica e secondo tra i 36 paesi Ocse per crescita dei prezzi dell’energia. Il prezzo del petrolio in euro a gennaio 2023 si stabilizza tornando sul livello di un anno fa e risulta inferiore del 34,1% rispetto al picco di giugno 2022, ma a fine mese in Italia i prezzi dei carburanti sono in salita e permane il decoupling (disaccoppiamento) tra prezzo di gasolio e benzina iniziato con guerra in Ucraina.

Per quanto riguarda invece la stretta monetaria si notano i primi effetti di una riduzione dell’inflazione, che a dicembre 2022 resta alta ma beneficia del calo dei prezzi sui beni energetici.

I tassi praticati alle imprese stanno accelerando e solo durante la crisi del debito sovrano si registrò una crescita tendenziale dei più intensa: c’è il rischio di effetti negativi su investimenti, produttività e transizione green e digitale. Costituisce un fattore di freno alla filiera immobiliare, il settore driver della ripresa post pandemia, la salita dei tassi sui mutui per l’acquisto di abitazioni.

Per quanto riguarda la dinamica dei prestiti alle imprese, continuano a crescere sostenuti dai Servizi, ma stanno rallentando a causa di minor richiesta a fine di investimento, e a seguito del più alto livello dei tassi di interesse mentre sale la domanda per finanziare scorte e capitale circolante. Cresce la difficoltà di accesso al credito e continuano a peggiorare le condizioni di offerta.

I dati della produzione

La produzione della manifattura, nel trimestre settembre-novembre 2022, registra un calo congiunturale dello 0,5%, ma cresce nei primi 11 mesi del 2022 trainata da moda, gioielleria, occhialeria e legno. Settori questi con ampia presenza dell’artigianato che infatti riesce a crescere lievemente di più.

Sempre nei primi 11 mesi del 2022, le esportazioni crescono del 20,5% in valore, ma solo dello 0,3% in volume e ciò grazie al 4,3% dei beni di consumo, ad una maggior spinta dai settori a maggior presenza di MPI e dei mercati europei nonché degli USA, terzo partner commerciale del nostro Paese.

La produzione delle costruzioni registra un aumento congiunturale dell’1,4% nel trimestre settembre-novembre 2022 continuando la salita iniziata in estate dopo la frenata in primavera 2022 influenzata da modifiche alle normative su bonus edilizia: tra agli incentivi si segnala che il Superbonus 110% a fine 2022 tocca 62,5 miliardi di euro ammessi a detrazione.

Leggi e scarica il report del Centro Studi di Confartigianato Imprese.