Secondo i dati forniti dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna, nel periodo compreso tra il 2019 e il 2021 il valore aggiunto del comparto dell’edilizia, in regione, cresce del 16,6%. Un aumento a fronte di quelli generali che rimangono di -1,6 punti percentuali al di sotto dei valori pre crisi.
La ricerca indica, inoltre, che tra il 2019 e il 2022 ben 2,1 punti di crescita del PIL arrivano dai maggiori investimenti in costruzioni in Italia rispetto al resto dell’Eurozona. Infine, tra il terzo trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022 il settore in esame, sul nostro territorio, ha fatto registrare un aumento di 30mila occupati.
Davide Servadei, “le misure decise dal Governo rappresentano un rischio per tutta l’economia nazionale”
“I dati del nostro Centro studi confermano ciò che già avevamo affermato ad ogni livello, e sono un’ulteriore prova che le misure decise dal Governo rappresentano un rischio per tutta l’economia nazionale. Ci aspettavamo una norma che risolvesse il problema dei crediti incagliati, invece sono arrivati il blocco dello sconto in fattura e il divieto a cedere i crediti. Ora si tratta di cogliere la disponibilità del Governo al dialogo con le parti sociali, a cui la nostra Confederazione parteciperà a sostegno delle imprese e dei committenti”.
I dati del Centro studi
Grazie alla spinta dei bonus edilizi, secondo le ultime previsioni della Commissione europea, nel 2023 il PIL dell’Italia sarà dell’1,7% superiore a quello del 2019, una performance identica a quella della Francia, e superiore allo 0,8% della Germania e allo 0,1% della Spagna.
In Emilia-Romagna la crescita dell’occupazione nell’edilizia e installazione di impianti nel terzo trimestre 2022 registra una crescita degli occupati del 30,3% rispetto al corrispondente periodo pre-pandemia, una dinamica più vivace rispetto a quella rilevata a livello nazionale (+17,1%).
L’analisi dei dati Unioncamere-Anpal, sistema Excelsior, sulle entrate di lavoratori nelle imprese del comparto evidenzia che nel 2022 la domanda di lavoro nelle costruzioni, pari a 32.780 entrate previste dalle imprese emiliano-romagnole, per l’85,5% (28 mila unità), è generata dalle micro e piccole imprese.
Amilcare Renzi, “tante imprese, sulla base delle norme finora vigenti, hanno fatto investimenti ed assunzioni”
“Anche se le nuove misure valgono per le opzioni future a partire dal 17 febbraio, non ci si rende conto che tante imprese, sulla base delle norme finora vigenti, hanno fatto investimenti ed assunzioni nella prospettiva di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura. Nello stesso tempo l’altra linea di intervento, che blocca sul nascere le operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici legati a lavori di ristrutturazione, e la mancata risoluzione del grave problema dei crediti incagliati, rappresenta un altro incomprensibile ostacolo. E se molti lavori si bloccheranno salteranno anche gli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere”.