Il settore moda, tra gennaio e novembre 2020 ha perso, in Italia, 16,9 miliardi di euro di fatturato e 10,7 miliardi di euro di esportazioni. In Emilia-Romagna, la componente manifatturiera conta 34.570 addetti, il 2 per cento del totale dell’economia regionale.
“Servono subito interventi strutturali per rilanciare il settore di punta del made in Italy nel mondo. Un settore ad alta vocazione artigiana e con una netta prevalenza di manodopera femminile. Il comparto conta 36mila imprese artigiane che danno lavoro a 157 mila addetti, un terzo dell’occupazione del settore”, afferma il Presidente di Confartigianato Moda, Fabio Pietrella, che ha espresso una sollecitazione in merito durante l’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera sul Piano nazionale ripresa e resilienza.
Pietrella, nel lamentare l’assenza di interventi dedicati al settore della moda, ha sottolineato la necessità di misure per rilanciare i consumi interni di moda made in Italy e per accompagnare le imprese a riposizionarsi sui mercati internazionali in una logica di filiera. “Le nostre imprese – ha spiegato – hanno necessità di un sostegno, anche in forma di decontribuzione, per far fronte ai costi legati a ricerca e sviluppo, alla digitalizzazione delle collezioni, alla formazione del personale. La ripresa e lo sviluppo, passano dalla formazione, ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. Occorre favorire chi opera per la sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Confartigianato Moda chiede per le micro e piccole imprese un credito d’imposta per i costi legati alla creazione di campionari e allo sviluppo delle collezioni, oltre a una garanzia dello Stato sui pagamenti dei clienti e sulla difesa del Made in Italy. “È poi necessaria una rigorosa attività di vigilanza e di contrasto nei confronti dei fenomeni di concorrenza sleale messa in atto da operatori abusivi e delle pratiche di subfornitura distorta che penalizzano le piccole imprese”.
Sul fronte del reshoring (rientro in patria delle aziende che in precedenza avevano delocalizzato), il Presidente di Confartigianato Moda chiede che “i contributi per riportare le produzioni in Italia siano subordinati al rispetto degli accordi di filiera pluriennali siglati con le Organizzazioni maggiormente rappresentative delle micro e piccole imprese manifatturiere italiane”, conclude Pietrella.