Giornata intensa e carica di significato quella vissuta nella sede Confartigianato di Faenza dal Consiglio direttivo dell’ANAP regionale. Durante i lavori della mattina il Consiglio, dopo aver accolto indicazioni e suggerimenti per il periodo congressuale che caratterizzerà la propria vita organizzativa nei prossimi mesi, ha dibattuto degli ultimi provvedimenti che hanno animato i tavoli di confronto avuti con la Regione Emilia Romagna, con particolare riferimento allo stato di attuazione delle Case della Salute, del Piano Socio-sanitario regionale 2017-2019 e della ludopatia negli anziani.
“Il programma di lavoro dell’ANAP regionale – secondo le parole del presidente Gian Lauro Rossi -, nei prossimi mesi valorizzerà quanto il Consiglio ha ritenuto prioritario: riconsiderare la non autosufficienza e i caregiver, e confrontarsi con modelli di welfare di altri Paesi UE ritenuti modello (es Svezia, Francia, Germania)”. Due iniziative specifiche su tali temi verranno organizzate entro l’anno.
Sui valori oggi meritevoli di maggiore attenzione in quanto patrimonio degli artigiani e della società, il Consiglio ha proseguito i lavori nel pomeriggio con incontro con Mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, per parlare del tema degli “Imprenditori al servizio del bene comune”. All’incontro era presente anche Tiziano Samorè, Segretario Provinciale di Confartigianato Ravenna, che nel suo intervento di saluto ha voluto ringraziare il Presidente Regionale di ANAP per aver scelto Faenza in occasione di questo importante appuntamento, e il Vescovo della Diocesi di Faenza e Modigliana per gli stimoli che ha portato durante l’incontro, che sono stati un arricchimento per tutti i presenti e per il futuro dell’Associazione.
Durante il dibattito alla domanda se l’imprenditore deve trasmettere ai giovani solo la conoscenza del lavoro la risposta è stata duplice. Non solo oggi si assiste alla rinuncia generalizzata al “formare al lavoro e alla responsabilità del fare per il bene comune”, ma il sistema economico e la globalizzazione finanziaria paiono incardinati su un unico imperativo guida: privilegiare il profitto immediato piuttosto che l’investimento con prospettive etiche ed il lavoro. “La crisi attuale più che economica appare di prospettiva sociale collettiva – ha spiegato il vescovo Toso -. Valori come i diritti sociali, l’istruzione, la vita, smettono di avere importanza per l’impresa ma anche per i giovani, attratti piuttosto dal tutto e subito, senza impegno, fatica e responsabilità”.
Alla fine il vescovo ha lanciato un accorato appello a non rinunciare alla creatività che caratterizza da sempre la cultura ed il fare dell’artigiano, e continuare a inventare cose buone al servizio dell’uomo.