Confartigianato Imprese Emilia-Romagna organizza un ciclo di seminari allo scopo di approfondire i principali temi sindacali che toccano trasversalmente tutte le piccole e medie imprese con una consapevolezza, oltre che tecnica, anche politico sindacale.
Il primo incontro si è tenuto il 13 novembre scorso con la presenza di oltre 50 addetti provenienti da tutte le associazioni territoriali dell’Emilia Romagna.
L’evento ha visto la partecipazione di Riccardo Giovani, direttore delle Politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato, il quale ha offerto un ampio quadro, con una ricostruzione storica del particolare modello contrattuale e della bilateralità dell’artigianato italiano e le sue prospettive future di sviluppo.
Un evento di valore per la Federazione regionale di Confartigianato
“Questo evento rappresenta un momento importante per tutto il sistema Confartigianato in quanto ha riunito le associazioni provinciali di Confartigianato dell’Emilia Romagna, la Federazione regionale e il Nazionale con l’obiettivo di fornire un quadro sullo stato delle relazioni sindacali e della bilateralità nell’Artigianato – ha spiegato Giovani -. Abbiamo fatto il punto sugli accordi interconfederali nazionali, sulla contrattazione collettiva nazionale in riferimento al nostro modello di strumenti bilaterali. Si è inoltre fatto un excursus sullo stato della contrattazione collettiva regionale. Da questo emerge con chiarezza il fatto che abbiamo una bilateralità e una contrattazione collettiva di successo, sicuramente importante e che per mantenere un livello elevato richiede un impegno crescente da parte di tutti gli operatori della Confartigianato, sia a livello territoriale sia a livello nazionale. Questo per rappresentare al meglio i nostri associati, ma anche per fare conoscere a tutti gli stakeholders le grandi attività che facciamo sul fronte del lavoro e della bilateralità. In conclusione quello del 13 è stato un momento di informazione, ma anche di formazione visti i tanti giovani presenti nella sala gremita. E’ stata l’occasione, infatti, per trasmettere loro un po’ di pillole di storie di come si è arrivati a determinate decisioni e a questo eccellente livello”.
L’importanza del fondo EBER a sostegno dei lavoratori
Giampiero Placuzzi, presidente di EBER, ha illustrato l’attività e i dati dell’ente bilaterale regionale dell’artigianato, nato nel 1991 e composto da Confartigianato, CNA, Casartigiani Claai, Cgil, Cisl e Uil.
“La forte presenza al seminario del 13 novembre ha dimostrato che c’era la necessità di dare un’informazione più approfondita su queste delicate tematiche. Per quanto riguarda l’EBER c’è da rilevare il grande sviluppo che ha avuto negli ultimi anni sia in termini di adesioni, sia in prestazioni – ha affermato Placuzzi -. Questo in particolare dal 2021 in poi anche grazie all’adesione al sistema regionale del welfare, uno dei fondi gestiti dall’ente bilaterale, del settore della meccanica. Per fare capire meglio, nel 2023 i contributi erogati ai dipendenti delle imprese artigiane dell’Emilia Romagna sono stati 14 milioni di euro complessivi per sei tipologie di intervento: Maternità, Istruzione, Non autosufficienza, Spese personali, Casa, infine una prestazione straordinaria istituita negli ultimi due anni che riguarda un contributo sul costo dell’energia. Sono risorse versate dalle imprese e il dipendente può richiedere l’intervento dell’ente bilaterale tramite l’azienda stessa con una serie di criteri e massimali da rispettare. Nel 2023 sono stati circa 26.600 i dipendenti che hanno fatto domanda e che hanno ricevuto queste risorse. La maggior parte, circa 9,5 milioni di euro, hanno riguardato il pacchetto Istruzione, e sono serviti ad aiutare i figli dei dipendenti nel loro percorso di studio, dalla scuola primaria fino all’università”.
Le imprese artigiane e il contributo del fondo EBER
Il contributo che l’azienda paga mensilmente all’ente bilaterale,da un lato genera queste prestazioni nei confronti dei dipendenti, ma dall’altra vi sono anche erogazioni che riguardano le stesse imprese artigiane. “Con un criterio di mutualità, l’impresa può chiedere all’ente bilaterale l’erogazione di un contributo su alcuni pacchetti che riguardano gli investimenti aziendali (attrezzature, automezzi, innovazione tecnologica, digitalizzazione, ESG, ecc.), la qualità (registrazione di marchi o brevetti, ad esempio), la formazione per gli imprenditori e i loro dipendenti. Infine è previsto anche un intervento per l’astensione dal lavoro per maternità delle imprenditrici o socie di imprese artigiane – continua Placuzzi -. Nel 2023 per queste tipologie di interventi sono stati distribuiti 2,8 milioni di euro.Il pacchetto più utilizzato, per circa 2,3 milioni di euro, è quello che riguarda gli investimenti, seguito dalla formazione. Il che significa che c’è una forte propensione delle aziende artigiane ad investire, ma nello stesso tempo c’ è una forte attenzione alla formazione. Questo è un aspetto molto importante che dovrà accentuarsi nel prossimo futuro per dare una risposta al gravoso problema della carenza di manodopera. Qui c’è il grande tema dell’inserimento dei giovani nelle imprese artigiane. La sfida è quella di rendere appetibile ai giovani il mondo dell’artigianato, superando gli stereotipi dell’artigiano con le mani sporche. E’ chiaro che esiste ancora un artigianato tradizionale rispettabile e necessario, pensiamo solo alle manutenzioni, ma accanto a questo sta crescendo un artigianato di alta tecnologia, potrei dire che usa i guanti bianchi e che è inserito nelle filiere dell’innovazione, come quelli che lavorano per la NASA americana”.
Il passaggio generazionale nelle imprese artigiane
Accanto al tema del passaggio generazionale di lavoratori vi è poi quello che riguarda gli imprenditori. “L’invecchiamento degli imprenditori di prima e, ormai, di seconda generazione è un fatto appurato e noi dobbiamo sempre più occuparci del ricambio per dare continuità all’attività coinvolgendo in ruoli imprenditoriali i dipendenti, oppure i figli degli imprenditori stessi. Io credo che le imprese artigiane abbiano potenzialmente un grande futuro condizionato però alla soluzione di questi problemi”.
La congiuntura economica e i problemi dell’artigianato
Placuzzi infine ha tracciato un quadro della situazione guardando al futuro: “I dati recenti ci dicono che la filiera della Meccanica, in particolare quella legata all’auto, è in grande difficoltà. Basta guardare i dati del fondo di sostegno al reddito, cioè della cassa integrazione dell’artigianato, uno dei fondi che viene gestito in maniera bilaterale. Nel 2024, ma soprattutto negli ultimi mesi, vi è una esplosione di richiesta di cassa integrazione per le attività artigianali che supera di oltre il 100% le entrate, oltre il livello di guardia. Se uniamo a questo la perdurante crisi del settore Abbigliamento e delle Calzature, capiamo che l’Emilia Romagna, nella quale queste due sono le filiere principali e dove l’artigianato pesa per oltre il 95% delle imprese complessive, sta correndo un grosso rischio. Viviamo un’epoca difficile, attendiamo di capire quali saranno le conseguenze delle elezioni di Trump sul versante economico, sta di fatto che siamo di fronte ad una grande sfida dove nessuno si salva da solo. È chiaro che la politica dovrà mettersi attorno ad un tavolo con tutte le forze sociali ed associative per fare squadra e rispondere in maniera unitaria ad una situazione molto delicata che può anche avere ripercussioni di carattere sociale, perché dopo la cassa integrazione, che riguarda decine di migliaia di imprese, si apre la strada dei licenziamento con tutto ciò che comporta dal punto di vista sociale. E tutto questo in un contesto dove l’Europa se non cambia marcia e non trova una coesione a livello politico, delle regole ed economico, rischia di restare schiacciata tra i grandi colossi che si stanno dando battaglia”.
La contrattazione collettiva regionale
Maria Cristina Allegretti, dell’ufficio contrattuale di Confartigianato Imprese di Modena, ha poi presentato un aggiornamento sulla contrattazione regionale in Emilia-Romagna.
“L’analisi fatta sui contratti regionali di secondo livello ci permette di rimarcare la loro originalità, con i colleghi ci siamo confrontati sui contenuti dei contratti stessi e sull’importanza della contrattazione regionale – conclude Allegretti -. Ad oggi siamo in attesa del rinnovo del contratto del settore della meccanica anche se prevediamo che esso possa arrivare dopo il rinnovo del contratto nazionale. Un aspetto qualificante riguarda la distribuzione della ricchezza, ovvero il fatto che tutti i contratti regionali, a parte quello della meccanica in fase di rinnovo, prevedono un premio legato alla produttività della singola azienda, agli obiettivi che essa raggiunge. Una modalità che, oltre ad essere importante per le aziende, è anche di grande beneficio per i lavoratori perché consente loro di usufruire di un regime fiscale agevolato per la detrazioni”.
Il prossimo seminario si terrà l’11 dicembre e tratterà la bilateralità nel settore edile e la normativa sugli appalti pubblici.