Nei primi due mesi del 2023 l’export dell’Italia verso il Regno Unito sale dell’8,5%, segnando un ritmo meno accentuato del +13,0% del totale export. Recuperano le importazioni, che salgono del 30,4%, spinte dall’aumento dell’import di petrolio greggio (commodity che a gennaio 2022 ha determinato il 38,5% dell’aumento dell’import). Tra i maggiori comparti, si osserva un maggiore dinamismo dell’export per metalli di base e prodotti in metallo con +30,1%. Seguono gli apparecchi elettrici con +25,7%, mezzi di trasporto con + 14,0%, prodotti alimentari e bevande con +12,1% e macchinari e apparecchi, sempre con +12,1%, e moda con +10,2%.
Questi i dati pubblicati dal Centro studi di Confartigianato che parlano di un saldo import-export fra Italia e Regno Unito positivo, nel 2022, pari a 19 miliardi di euro.
L’export del made in Italy nel periodo post Brexit
La crescita dell’export verso il Regno Unito si conferma anche nel periodo compreso tra il 2022 e il 2019 risultando pari al +8,2%. L’Italia è il quinti esportatore dell’Unione europea sul mercato britannico e registra nel triennio un trend dell’export migliore del 2,8% dell’Ue a 27 e del +1,3% dell’Eurozona. Tra i maggiori partner l’Italia fa meglio del +2,1% del Belgio ed è in contro tendenza rispetto ai cali registrati in Germania (-7,2%), Paesi bassi (-4,1%) e Francia (-3,7%).
Quali sono le regioni che esportano di più verso la Gran Bretagna
Le prime sei regioni italiane concentrano oltre i tre quarti (78,3%) delle vendite del made in Italy manifatturiero nel Regno Unito. Nel 2022 La Lombardia esporta 6.785 milioni di euro, pari al 25,5% del totale. Segue l’Emilia-Romagna con 3.753 milioni pari al 14,1%. Al terzo posto il Veneto con 3.607 milioni pari al 13,5%. Quarto arriva il Piemonte con 2.706 milioni pari al 10,2%. Chiudono Toscana con 2.173 milioni pari al 8,2% e Marche con 1.839 milioni pari al 6,9%.