Come sarebbe l’economia dell’Emilia-Romagna senza le sue 123.687 imprese artigiane?
È questa la domanda che si è posto il Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna in prospettiva della chiusura del primo trimestre del 2023.
L’Emilia-Romagna perderebbe il 31,1% delle 397 mila imprese totali.
Le categorie artigiane
Rimarrebbero 818 mila abitazioni senza la manutenzione delle 51.260 imprese artigiane dell’edilizia e installazione di impianti (il 76,5% del totale imprese del settore).
Nei magazzini delle imprese di produzione e alle porte di negozi ed uffici rimarrebbero le merci non più gestite dalle 6.216 imprese artigiane dell’autotrasporto (il 79,3% del settore).
Il parco auto di quasi 3 milioni di veicoli circolanti in regione rimarrebbe senza 5.149 autoriparatori artigiani (l’85,5% del totale).
Per tutte le famiglie che possiedono una lavatrice, lavastoviglie o frigorifero in caso di malfunzionamento verrebbero a mancare i 362 artigiani riparatori di elettrodomestici (il 92,6% del totale), e le famiglie e imprese che possiedono PC rimarrebbero senza i servizi e la competenza dei 494 artigiani dell’informatica (il 75,9% del totale).
Per celebrare eventi e occasioni speciali, verrebbe a mancare il saper fare e la mano esperta di 747 sarti artigianali (il 94,7% del totale) e 9.911 acconciatori, parrucchieri ed estetisti (il 90,7% del totale).
Un disastro della qualità, anche per l’assenza delle 1.164 gelaterie e pasticcerie artigianali (l’81,4% del totale).
Sono questi soloalcuni esempi di ciò che potrebbe accadere nella nostra regione senza le competenze artigiane. Questa storia che abbiamo inventato potrebbe però, in fondo, avere un lieto fine. Gli artigiani insegnano un lavoro: la formazione sul campo fatta dagli artigiani ai neoassunti è una semina quotidiana, da cui l’intero comparto potrebbe risorgere, grazie anche ai 110 mila giovani emiliano-romagnoli che si sono appena diplomati in istituti tecnico-professionali , che con le loro competenze, potrebbero diventare a loro volta gli imprenditori artigiani del domani.
Le regioni e le province
Nella classifica nazionale per peso dell’artigianato sull’intera platea di realtà produttive che operano sul territorio, l’Emilia-Romagna entra nella top ten con il 31,1%, posizionandosi al quarto posto dopo Valle d’Aosta (32,7% peso dell’artigianato sul totale imprese), Liguria (32,1%) e Friuli-Venezia Giulia (31,2%). Mentre è Reggio Emilia (37,6%) la prima provincia italiana dove l’artigianato ha una più elevata incidenza sul totale. Nel 2022 il contributo dell’artigianato alla rigenerazione del sistema produttivo – misurato rapportando le iscritte artigiane al totale iscrizioni – è maggiore nelle province di Reggio Emilia (45%), Forlì-Cesena (39,8%), Ferrara (38,4%) e Ravenna (38,3%).