La guerra in Ucraina preoccupa le imprese emiliano-romagnole. La nostra regione è infatti al primo posto, in Italia, per esposizione sul mercato russo e ucraino dell’export manifatturiero. Reggio Emilia, Bologna e Piacenza sono tra le prime dieci province italiane per peso dell’ammontare delle vendite verso questi mercati sul totale economia.
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Guerra in Ucraina e in Crimea, i conflitti che hanno provocato una crisi nell’export
Dal 2013 ad oggi (2021), per effetto della guerra di Crimea e conseguenti sanzioni economiche, l’export emiliano-romagnolo verso questi paesi è calato del 17%. Tra le principali province esportatrici Rimini è al primo in Italia per più ampio calo dell’export registrato nel medesimo periodo (-58,9%).
I primi due settori per export emiliano-romagnolo verso Russia sono Macchinari e apparecchiature e Moda (settore ad elevata vocazione di MPI) che insieme rappresentano oltre la metà (53,8%) dell’export emiliano-romagnolo verso il mercato russo.
Il turismo, l’asset a rischio
Conseguenze della guerra si possono riverberare anche sull’asset strategico del turismo, già indebolito dalla pandemia. L’Emilia-Romagna è 1^ per peso della spesa dei turisti russi sull’economia del territorio, accogliendo il 12,6% dei turisti russi che hanno trascorso le vacanze nel 2019 in Italia. E’ la Russia il 4° paese di provenienza dei turisti stranieri in Emilia-Romagna. Rimini è la 2^ provincia d’Italia per numero di presenze di turisti russi.
Le imprese più colpite dalla Guerra in Ucraina
Nei settori in prima linea maggiormente esposti alla guerra dei prezzi e dei mercati sconvolti dal conflitto russo-ucraino sono comprese quasi 103 mila imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti (98,6%), con 677 mila addetti, oltre la metà (58,9%) occupati in micro e piccole imprese.