Carenza di materie prime, aumento dei prezzi delle commodities energetiche e non solo, difficoltà a reperire manodopera. Ben prima della guerra in Ucraina l’economia nazionale, e con essa anche quella regionale, erano in grande sofferenza. Ora il conflitto scatenato dalla Russia sta aggravando in maniera esponenziale la situazione.
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Quante sono le imprese coinvolte nella crisi Ucraina
Il conflitto e il conseguente rialzo dei prezzi coinvolgono oltre due quinti (41,5%) degli occupati del sistema produttivo emiliano-romagnolo. Si tratta di quasi 103 mila imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti (98,6%). Gli addetti coinvolti sono 677 mila, oltre la metà (58,9%) occupati in micro e piccole imprese (Mpi).
Modena e Piacenza sono le due province più colpite con, rispettivamente, il 47,9% e il 46% di occupati coinvolti nelle imprese maggiormente coinvolte nell’import/export. A livello nazionale le due province si posizionano al terzo e quarto posto dopo Prato (55,7%) e Vicenza (48,7%).
Quali sono i settori più colpiti
“L’analisi dei dati del nostro centro studi mette in evidenza come in maggiore difficoltà si collocano i settori con una maggiore intensità energetica. Dalla metallurgia alla petrolchimica, dalla carta al vetro, dalla ceramica ai trasporti – commenta Davide Servadei, presidente Confartigianato Emilia-Romagna -. In questi comparti manifatturieri energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività. Nello stesso tempo la nostra preoccupazione si allarga anche all’ambito famigliare dove le bollette praticamente raddoppiate e il caro carburanti stanno mettendo a dura prova i bilanci famigliari”.
La carenza di materie prime
Le carenze di materie prime provenienti da Russia e Ucraina, associate a costi crescenti delle forniture, coinvolgono le imprese nei settori dell’alimentare, dei metalli e delle costruzioni, un perimetro in cui operano 54.254 imprese con 242.842 addetti, di cui 53.829 sono Mpi con 170.281 addetti.
Il valore dell’export verso Russia e Ucraina
Nel 2021 le imprese emiliano-romagnole hanno venduto sul mercato russo principalmente macchinari e prodotti della moda, settori nei quali si sommano 7.961 imprese, di cui 7.492 Mpi, con 139.660 addetti, di cui 52.151 in Mpi. Altra componente che verrà a mancare sarà il turismo russo, che assicura un indotto a 26.330 imprese con 158.909 addetti, di cui 26.237 sono Mpi con 120.375 addetti.
Davide Servadei, “Bene le misure del Governo ma rischiano di essere palliative”
“Ben vengano le misure che in questi giorni il Governo sta mettendo in campo, ma il rischio è che siano di corto respiro. Di fronte a dinamiche di questo genere la diminuzione del costo di gas e benzina per poco più di un mese, così come la rateizzazione delle bollette sono dei palliativi che non risolvono il problema. Ora è necessario proseguire con interventi strutturali per riequilibrare il peso degli oneri in bolletta e per rafforzare il sostegno all’autoproduzione di energia”.