Un eccesso di burocrazia, l’escalation della spesa pubblica e i tempi della giustizia civile sono freni alla competitività delle imprese. Questo è quanto emerge dall’analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato pubblicata nei giorni scorsi.
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La burocrazia in eccesso
Sul sistema economico italiano grava un eccesso di burocrazia che penalizza la produttività delle imprese, influisce negativamente sulla loro crescita dimensionale e riduce l’attrattività degli investimenti esteri. Sulla base di una rilevazione della Commissione europea (2019) le imprese italiane rilevano un eccessivo peso delle complessità amministrative per l’86% dei casi (l’Italia è al secondo posto nell’Unione europea dopo la Romania). Ben 28 punti superiore al 58% della media dell’Ue.
Nella ricerca si sottolinea quanto dichiarato da Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle entrate, durante un’audizione alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria. “Abbiamo circa 800 norme tributarie esistenti. Quelle 800 norme tributarie esistenti vanno spiegate, attuate e declinate ai cittadini e questo è compito anche dell’Agenzia. In realtà l’Agenzia le spiega ai propri funzionari, ai propri dirigenti, però poi ne usufruisce anche il contribuente. Ma a monte ci sono 800 norme che hanno bisogno di 800 spiegazioni, di 800 declinazioni e di 800 attuazioni”.
I tempi della giustizia civile
Un rilevante impulso alla crescita deriva dalle riforme. Gli interventi di riforma previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) relative alla Pubblica amministrazione (Pa), alla giustizia e della concorrenza nel lungo periodo generano una maggiore crescita per 3,3 punti di PIL.
Dagli interventi sulla giustizia civile è attesa una riduzione del 40% della durata processi civili. Nell’ipotesi di applicare questo tasso di riduzione all’attuale durata dei procedimenti, l’intervento di riforma porterebbe nel 2026 ad una riduzione di 301 giorni della durata di un procedimenti civile. Come ricordato nel Piano, una minore durata dei procedimenti e la riduzione dei procedimenti pendenti ha risultati positivi sulla dimensione delle imprese, sulla produttività e sulla dinamica del credito.
In chiave distrettuale, l’analisi dei evidenzia che la durata media di un procedimento civile nel Tribunale ordinario più elevata si registra nel distretto di Messina con 990 giorni medi, Potenza con 811 giorni, Catanzaro con 771 giorni, Salerno con 716 giorni, Reggio Calabria con 633 giorni, Catania con 622 giorni e Bari con 610 giorni. All’opposto i tempi più contenuti si osservano nei Tribunali di Milano con 282 giorni medi, Brescia con 265 giorni, Genova con 262 giorni, Bologna con 258 giorni, Torino con 205 giorni, Trento con 199 giorni e Trieste con 196 giorni.
L’escalation della spesa pubblica
Nel 2021 in Italia la spesa pubblica sale al 56,7% del PIL. Era al 48,4% nel 2018. Nella comparazione su dati del Fondo monetario internazionale (2021) tra i maggiori 20 paesi avanzati, per quest’anno l’Italia si colloca al terzo posto per peso dello Stato in economia dietro a Francia (59,7%) e Belgio (58,0%).
L’auspicio di una maggiore efficienza della Pubblica amministrazione, necessaria per migliorare la gestione degli investimenti pubblici e utilizzare in modo efficace i fondi europei di Next Generation EU è confermato dalla nota per l’Italia del report dell’Ocse (2021).