L’Anap Confartigianato dell’Emilia-Romagna interviene sul tema dei vaccini nelle case di riposo, nelle RSA e nelle case famiglia.
“La mancanza di direttive chiare che impongano al personale sanitario e gli operatori socio-sanitari l’immunizzazione, lasciano al libero arbitrio di ciascuno la scelta di aderire o meno alla campagna vaccinale”. Questo è quanto ha affermato il presidente regionale di Anap, Giampaolo Palazzi. “Facciamo appello al senso civico di tutti coloro che lavorano con persone anziane affinché tutelino questi soggetti, che nel lungo periodo pandemico hanno pagato e pagano tuttora un alto prezzo in vite umane e forzata solitudine. L’obiettivo, in questo particolare momento, deve essere quello di proteggere sia la salute degli operatori, sia quella degli ospiti, atto di rispetto e responsabilità. Obiettivo che può essere raggiunto solo con il piano nazionale dei vaccini”.
Vaccini nelle case di riposo, appello alla responsabilità
In mancanza di una normativa nazionale e protocolli precisi emanati dal governo, l’Anap si appella al senso etico-professionale di tutti gli operatori che prestano il loro servizio presso queste strutture. Anap rivolge un’accorata raccomandazione all’autorità pubblica, in primis ai sindaci che hanno in capo la responsabilità della salute dei propri cittadini, affinché avviino una campagna di informazione a favore della vaccinazione, valutando l’eventuale opportunità dell’obbligo vaccinale per determinate categorie di lavoratori per continuare a svolgere con serenità le proprie mansioni, prevenendo il rischio di inficiare l’efficacia dell’intera operazione vaccinale, facendo prevalere l’interesse pubblico.
L’Anap, pur essendo consapevole della delicatezza della questione vaccini, evidenzia il fatto di conciliare la libertà individuale con la sicurezza dei tanti, soprattutto nei confronti delle persone più deboli. Occorre arrivare a soluzioni condivise, soprattutto con gli organi di controllo e di gestione di protocolli comportamentali cui attenersi.
Va ribadito, come indicato dal Comitato Scientifico Nazionale, che la persona non vaccinata può essere più facilmente veicolo di contagio.
Pertanto, per la tutela di persone a rischio, sarebbe importante che tutti coloro che interagiscono con gli ospiti delle strutture fossero vaccinati.