Emanato nella serata del 22 marzo il Dpcm con il quale il Governo impone la chiusura di tutte le attività produttive considerate non essenziali. La decisione è stata presa per contenere con maggior vigore l’ampliarsi del contagio da Coronavirus.

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Si ricorda che le imprese ritenute non essenziali, e che dovranno pertanto chiudere i propri stabilimenti e le proprie aziende con vigore dal 23 marzo, hanno tempo fino al 25 marzo 2020 per organizzare il completamento delle attività necessarie alla sospensione, compresa la spedizione delle merci in giacenza.

Confartigianato, facendo seguito alle indicazioni date dal mondo medico scientifico, ha fatto propria la scelta di sospendere le attività produttive non essenziali, una scelta sofferta ma necessaria per fermare questa epidemia nel minor tempo possibile – commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna nonché vice presidente vicario nazionale della Confederazione -. Alla luce di questa situazione è chiaro che si creerà una situazione difficile da sostenere. Compito della nostra organizzazione sarà di chiedere con forza al governo il rinvio delle scadenze del 16 aprile e un congruo sostegno finanziario per tutte le attività. Questo si rende necessario per tenere accesi, seppur al minimo, i motori delle nostre aziende, utilizzando tutti gli strumenti di ammortizzazione e sostegno, per la tranquillità di tutti i lavoratori”.

“Non lasciamo solo nessuno – spiega Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna -. In tutta la regione garantiamo i servizi prioritari e tutta l’assistenza necessaria per cogliere ogni tipo di aiuto per la continuità dell’impresa. Come associazione abbiamo un ruolo sociale, che esercitiamo da oltre 70 anni. Vogliamo continuare a essere un punto di riferimento per chi fa impresa. Oggi più che mai manterremo una relazione costante con gli artigiani e gli imprenditori attraverso il presidio territoriale e l’utilizzo delle tecnologie per la comunicazione”.